La predilezione del Carletti per una pittura che guarda e traduce l’essenziale, fonde la natura con la dimensione umana, mentre la combinazione tra due sfere avviene per merito di uso sapiente delle cromie e delle scelte luministiche, mai casuali e capaci, invero, di determinare una profondità che si fa percettiva più che prospettica, lasciando ampio spazio maieutico all’istinto ed alla sua equilibrata gestazione meditativa.